Dunque ci siamo: domani, mercoledì 7 maggio, prende ufficialmente il via il conclave. Più che un processo, si potrebbe definirlo un antico rito: quello che porta alla nomina del nuovo pontefice, successore di Papa Bergoglio.
Inevitabilmente, il Vaticano e la città di Roma saranno per le prossime settimane al centro dell’attenzione mediatica mondiale.
Quello che sta per accadere è un cerimoniale che affonda le sue radici nei secoli della storia della Chiesa Cattolica. Anche chi non crede non può restare indifferente di fronte al fascino che tutto questo esercita.
Dario D'Angelo, in questo thread, spiega quali saranno i prossimi passaggi per arrivare all’elezione del nuovo Papa.
INIZIA IL CONCLAVE
Di: @dariodangelo91
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Ormai ci siamo, a 24 ore dall'ingresso in conclave è il momento del thread definitivo. Tutto ciò che serve sapere sull'elezione del prossimo Papa.
E allora, iniziamo: il testo fondamentale per la scelta del "Successore di Pietro" è la Costituzione Apostolica Universi Dominici Gregis (1996), emanata da Giovanni Paolo II e aggiornata da Benedetto XVI prima e da Francesco dopo di lui.
I grandi protagonisti del conclave sono ovviamente i cardinali elettori. È bene riflettere su questo punto: fra i 133 che domani varcheranno la soglia della Cappella Sistina c'è già il prossimo Pontefice.
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Per i porporati si tratta delle ultime ore di "libertà". A partire dalle 15:00 di domani, tutti gli impianti di trasmissione del segnale di telecomunicazione per cellulare radiomobile presenti nel territorio dello Stato della Città del Vaticano, esclusa l'area di Castel Gandolfo, saranno disattivati. Il ripristino del segnale sarà effettuato soltanto dopo l'annuncio dell'avvenuta elezione del Santo Padre.
Quando sarà eletto il Papa? Non conosciamo il giorno esatto. Ma possiamo avere un'idea del momento della giornata.
Domani un solo scrutinio e una sola possibile fumata bianca, non prima delle 19:00. Poi, a partire da giovedì, quattro scrutini (due al mattino e due al pomeriggio): in caso di mancato accordo, la fumata nera arriverà attorno alle 12:00 e attorno alle 19:00. Le fumate bianche potranno essere però anticipate anche verso le 10:30 e verso le 17:30.
Insomma, dovremo tenere le antenne dritte per questi tutta la giornata.

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Promemoria: chi diventa Papa? Papa Ratzinger ha introdotto nel 2007 una modifica sostanziale alla "legge elettorale" del Vaticano, assicurandosi che l'elezione del Pontefice richieda sempre una maggioranza qualificata di due terzi.
Con questa decisione ha eliminato la possibilità, prevista in precedenza, di passare a una maggioranza semplice dopo 33 o 34 scrutini infruttuosi. Ciò significa che il prossimo Santo Padre dovrà ottenere il favore di almeno 89 colleghi.
La Costituzione apostolica parla chiaro: se dopo tre giorni di votazioni i cardinali non riescono ad eleggere un Papa, si fa una pausa di massimo un giorno per pregare, riflettere e confrontarsi liberamente. Durante la pausa, uno dei cardinali più anziani tiene un breve discorso spirituale. Poi le votazioni riprendono.
Se, dopo altri sette scrutini, non si arriva a un risultato, si fa un'altra pausa con le stesse modalità.
Si ripete lo stesso schema una terza volta: sette votazioni, seguite da una pausa e un'esortazione spirituale da parte di un altro cardinale anziano. Se anche dopo tutto questo non c’è ancora un Papa, si dedica un giorno intero alla preghiera e al dialogo.
A quel punto, si restringe la scelta: è ballottaggio fra i due cardinali che hanno preso più voti nell'ultimo scrutinio. Questi due non possono votare, e non basta la maggioranza semplice: servono sempre i due terzi per essere eletti.

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In un certo senso si può dire che il conclave sia già iniziato. Nella giornata di ieri tutto il personale coinvolto nell'operazione - tra addetti ai lavori, infermieri, cuochi, confessori ecc. - ha recitato il seguente giuramento:
"Io N. N. prometto e giuro di osservare il segreto assoluto con chiunque non faccia parte del Collegio dei Cardinali elettori, e ciò in perpetuo, a meno che non ne riceva speciale facoltà data espressamente dal nuovo Pontefice eletto o dai suoi Successori, circa tutto ciò che attiene direttamente o indirettamente alle votazioni e agli scrutini per l’elezione del Sommo Pontefice. Prometto parimenti e giuro di astenermi dal fare uso di qualsiasi strumento di registrazione o di audizione o di visione di quanto, nel periodo della elezione, si svolge entro l’ambito della Città del Vaticano, e particolarmente di quanto direttamente o indirettamente in qualsiasi modo ha attinenza con le operazioni connesse con l’elezione medesima. Dichiaro di emettere questo giuramento, consapevole che una infrazione di esso comporterà nei miei confronti la pena della scomunica «latae sententiae» riservata alla Sede Apostolica. Così Dio mi aiuti e questi Santi Evangeli, che tocco con la mia mano".
Domani toccherà ai porporati fare lo stesso giuramento di segretezza perpetua. Nel pomeriggio avverrà il trasferimento dalla Cappella Paolina al Palazzo Apostolico. In abito corale, in solenne processione, i cardinali invocheranno l'assistenza dello Spirito Santo col canto del Veni Creator.

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Una volta all'interno della Cappella Sistina, il Cardinale Decano (il caso vuole che sia un certo Pietro Parolin) pronunzierà la seguente formula di giuramento:
"Noi tutti e singoli Cardinali elettori presenti in questa elezione del Sommo Pontefice promettiamo, ci obblighiamo e giuriamo di osservare fedelmente e scrupolosamente tutte le prescrizioni contenute nella Costituzione apostolica del Sommo Pontefice Giovanni Paolo II, Universi Dominici Gregis, emanata il 22 febbraio 1996. Parimenti, promettiamo, ci obblighiamo e giuriamo che chiunque di noi, per divina disposizione, sia eletto Romano Pontefice, si impegnerà a svolgere fedelmente il munus Petrinum di Pastore della Chiesa universale e non mancherà di affermare e difendere strenuamente i diritti spirituali e temporali, nonché la libertà della Santa Sede. Soprattutto, promettiamo e giuriamo di osservare con la massima fedeltà e con tutti, sia chierici che laici, il segreto su tutto ciò che in qualsiasi modo riguarda l'elezione del Romano Pontefice e su ciò che avviene nel luogo dell'elezione, concernente direttamente o indirettamente lo scrutinio; di non violare in alcun modo questo segreto sia durante sia dopo l'elezione del nuovo Pontefice, a meno che non ne sia stata concessa esplicita autorizzazione dallo stesso Pontefice; di non prestare mai appoggio o favore a qualsiasi interferenza, opposizione o altra qualsiasi forma di intervento con cui autorità secolari di qualunque ordine e grado, o qualunque gruppo di persone o singoli volessero ingerirsi nell'elezione del Romano Pontefice".
A quel punto i Cardinali elettori, uno alla volta, presteranno giuramento:
"Ed io N. Cardinale N. prometto, mi obbligo e giuro", e, ponendo la mano sopra il Vangelo, aggiungeranno: Così Dio mi aiuti e questi Santi Evangeli che tocco con la mia mano".

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Quando anche l'ultimo dei Cardinali elettori avrà pronunciato la formula in questione, il Maestro delle Celebrazioni Liturgiche Pontificie intimerà l'extra omnes: gli estranei al Conclave dovranno lasciare la Cappella Sistina.
Entrano in gioco i Cerimonieri: per ogni cardinale elettore vengono distribuite due o tre schede di forma rettangolare. Nella metà superiore sono stampate le parole: "Eligo in Summum Pontificem"; in quella inferiore i porporati annoteranno la loro scelta.
Espressa la propria preferenza, ciascun cardinale elettore ripiegherà la scheda - tenendola sollevata in modo che sia visibile - e la porterà all'altare, presso il quale avranno preso posto tre cardinali Scrutatori estratti a sorte.
Qui, ad alta voce, la berretta rossa dovrà recitare una nuova formula di giuramento: "Chiamo a testimone Cristo Signore, il quale mi giudicherà, che il mio voto è dato a colui che, secondo Dio, ritengo debba essere eletto".
A quel punto non resterà che deporre la scheda su un piatto collocato sul recipiente di raccolta delle schede, introducendo per suo tramite il voto. Fatto ciò, un inchino all'altare e il ritorno a posto.

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Dopo che tutti i Cardinali elettori avranno deposto la loro scheda nell'urna, il primo Scrutatore l'agiterà più volte per mescolare le schede e, subito dopo, l'ultimo Scrutatore procederà al conteggio.
Ogni scheda viene estratta in maniera visibile e riposta in un altro recipiente vuoto. Se il numero delle schede non corrisponde al numero degli elettori, bisogna bruciarle tutte e procedere subito ad una seconda votazione; se invece corrisponde al numero degli elettori, il primo degli Scrutatori prende una scheda, la apre, osserva il nome dell'eletto, e la passa al secondo Scrutatore che, accertato a sua volta il nome dell'eletto, la passa al terzo, il quale la legge a voce alta e intelligibile, in modo che tutti gli elettori presenti possano segnare il voto su un apposito foglio. Egli stesso annota il nome letto nella scheda.
Concluso lo spoglio delle schede, gli Scrutatori fanno la somma dei voti ottenuti dai vari nomi, e li annotano su un foglio a parte. L'ultimo degli Scrutatori, man mano che legge le schede, le perfora con un ago nel punto in cui si trova la parola "Eligo", e le inserisce in un filo, affinché possano essere più sicuramente conservate.
Al termine della lettura dei nomi, i capi del filo vengono legati con un nodo, e le schede così vengono poste in un recipiente o ad un lato della mensa. Segue quindi la terza ed ultima fase detta anche post-scrutinio.

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In caso di mancata elezione, le schede vengono bruciate all'interno della celebre stufa in ghisa di forma cilindrica: una particolare miscela garantirà la fumata nera.
In caso contrario, ovvero di elezione del Papa, il decano Pietro Parolin (a meno che non sia lui il prescelto) si rivolgerà al cardinale designato domandandogli: "Acceptasne electionem de te canonice factam in Summum Pontificem?", ovvero: "Accetti la tua elezione canonica a Sommo Pontefice?".
Nell'articolo 86 della Costituzione Apostolica, Giovanni Paolo II pregava "colui che sarà eletto di non sottrarsi all'ufficio, cui è chiamato, per il timore del suo peso, ma di sottomettersi umilmente al disegno della volontà divina. Dio infatti, nell'imporgli l'onere, lo sostiene con la sua mano, affinché egli non sia ìmpari a portarlo; nel conferirgli il gravoso incarico, gli dà anche l'aiuto per compierlo e, nel donargli la dignità, gli concede la forza affinché non venga meno sotto il peso dell'ufficio".
Qualora il cardinale uscito vincitore accetti l'incarico, gli verrà domandato: "Quo nomine vis vocari?", "Come vuoi essere chiamato?".
Solo allora verranno bruciate le schede, aggiungendo il colorante bianco che farà esplodere di gioia Piazza San Pietro.
A quel punto avverrà la vestizione nella cosiddetta "Stanza delle lacrime", nella sagrestia della cappella Sistina, là dove si dice che il prescelto scoppi in lacrime per l'emozione e per il peso della responsabilità del ruolo che è chiamato a svolgere.
E così, dal silenzio e dal mistero del Conclave, il mondo sentirà nuovamente risuonare le parole che fanno la storia: "Habemus Papam".

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